Per molti animali, l’inizio della bella stagione e dei primi caldi, è correlato al periodo dell’accoppiamento. Le femmine hanno il periodo dell’estro, vanno cioè “ in calore” per una motivazione specifica, ovvero poiché in tal modo partoriranno in un periodo dell’anno in cui le condizioni climatiche e la disponibilità di cibo saranno adatte per i primi periodi di vita del cucciolo.
Dunque sì, per molte specie l’aria della primavera è piena di “amore”, portando infatti con sé il richiamo ormonale delle femmine durante il picco di estrogeni.
E per noi esseri umani?
La nostra specie per motivi evolutivi non è più influenzata dal clima per la procreazione e dunque la nostra “aria di primavera” è esattamente come l’aria di Natale, ad esempio.
Eppure qualche eco e qualche ricordo degli istinti dei nostri antenati è ancora presente ai giorni d’oggi.
I feromoni, infatti, hanno ancora in piccola parte un ruolo sul comportamento sessuale e riproduttivo umano.
Le parole greche ferein, trasportare, e hormon, eccitare, stanno a rappresentare composti chimici secreti all’esterno dell’organismo, recepiti da altri della stessa specie, che innescano effetti neuroendocrini e comportamenti innati.
Forse risiede anche in questo, quella parte dell’attrazione che viene chiamata “chimica”?
Quando siamo attratti dall’altro non siamo forse particolarmente “accesi” anche dal suo naturale odore?
Tuttavia questo dato rimane una goccia nel mare dell’attrazione tra esseri umani.
Gli odori si fondono con le motivazioni razionali, con l’estetica e con l’altro insieme di improvvise ed imprevedibili esperienze che definiscono l’innamoramento. Non dimentichiamoci, poi, delle calde emozioni memorizzate, derivanti dai momenti passati in cui i nostri caregiver si sono per primi presi cura di noi.
La scelta di un individuo piuttosto che un altro non sembrerebbe dunque totalmente libera e volontaria, ma suggerita anche da una varietà di ricordi ancestrali.
Ora capite perché dire:“ No, basta, io non voglio più legarmi, non voglio più innamorarmi”, non funzionerà? L’unico modo per rendere reale quella frase potrebbe essere il limitare le uscite dalle mura domestiche ( in qualsiasi stagione) ma, nell’epoca dei social media, temo che nemmeno quella potrebbe essere una soluzione sicura.