“Eye Contact Experiment” per lo Psicologia Umbria Festival:
guardare negli occhi e lasciarsi guardare
Il 10 Ottobre 2018 per lo Psicologia Umbria festival, ho proposto questo esperimento sociale ai miei concittadini Ternani.
Questo evento trae origine ed ispirazione dalla performance dell’artista Marina Abramovic al MoMA di New York nel 2010.
Successivamente sorse in Australia grazie a Peter Sharp che, a fine 2015 con “The Liberators International”, ha diffuso in tutto il mondo il primo World’s Biggest Eye Contact Experiment, arrivato in anni successivi anche in Italia.
Seguendo questa scia e prendendo spunto dagli esperienziali che noi psicologi in continua formazione spesso viviamo, ho chiesto ai miei concittadini di raggiungermi in una piazza centrale e sedersi davanti a me o davanti a qualsiasi altra persona sconosciuta fosse disponibile a mettersi in gioco.
La chiamata è stata unicamente on-line tramite social network e la risposta è stata ottima.
Persone arrivate anche da paesi vicino solamente per guardare e lasciarsi guardare, negli occhi, in silenzio, per cinque minuti.
A seguito una condivisione pubblica e una privata con la persona capitata davanti a loro.
Ho visto persone con gli occhi lucidi, che si abbracciavano, persone imbarazzate, a disagio, nervose, persone calme, in pace, che non volevano più andare via.
Un turbinio di emozioni, un’intima connessione umana.
Perché?
Per rispolverare la fratellanza sopita in noi, schiacciata dai cellulari, dalla frenesia di tutti i giorni, dalla paura del diverso e dalla perdita di abitudini come il guardarsi, come il tendere la mano ad una persona sconosciuta.
Vorrei che non servissero eventi come questo, eppure pare ci sia bisogno di un motivo per mostrarsi umani davanti a tutto ciò che di brutto la cronaca ci propina ogni giorno, per abbassare le barriere.
Per questo ho deciso di accettare degli inviti che altri concittadini mi hanno fatto per riproporre l’evento con una doppia data, una ad Amelia e una di nuovo a Terni, il 16 ed il 17 Febbraio.
Sembra dunque che, da un gioco, si possano davvero creare nuovi contatti umani, nuovi scenari e possibilità.
Il gioco ci libera da tante paure ed è per questo che portare il gioco anche nei nostri studi dovrebbe essere visto come una grande risorsa.
La giocabilità della relazione terapeutica coincide con la possibilità di sperimentare visioni diverse rispetto al proprio copione di vita, mettendo in atto e verificando possibilità esistenziali nuove.
Sitografia:
Eyecontactexperiment: https://www.eyecontactexperiment.org/
La relazione giocabile: https://www.psicoterapiadellagestalt.it